Architetture Smart Cities? Parliamone


di. Giovannangelo De Angelis

Il 18 Marzo del 1968 – Robert Kennedy pronunciava, presso l’università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava – tra l’altro – l’inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate. Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale che lo avrebbe probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d’America…

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.

Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”.

Che relazione esiste tra il concetto di Smart Cities ed il discorso di Kennedy?

La relazione è fondante.

L’espressione città intelligente (dall’inglese smart city) indica, in senso lato, un ambiente urbano in grado di agire attivamente per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. La città intelligente riesce a conciliare e soddisfare le esigenze dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni, grazie anche all’impiego diffuso e innovativo delle TIC, in particolare nei campi della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica.

A più di quarantacinque anni dalla dichiarazione di Kennedy si ritorna finalmente a parlare di qualità della vita come valore fondante ed imprescindibile per ogni società che si voglia definire civile.

Rimanendo in America, recentemente il sindaco di New York, Bloomberg ha detto: “Noi siamo il livello di governo più vicino alla maggioranza della popolazione mondiale. Ma, mentre le nazioni parlano e troppo spesso prendono tempo, le città agiscono” e, in effetti, è proprio partendo dalle città che possiamo e dobbiamo immaginare un nuovo modo di intendere uno sviluppo sostenibile che sia inclusivo e in grado di favorire un nuovo patto tra i governi, ai diversi livelli, e i cittadini e le imprese in cerca di piena cittadinanza.

Gli spazi urbani concentrano oggi la maggior parte dei problemi ma anche le opportunità per risolverli. Partendo quindi dalle politiche di innovazione necessarie sia nel costruire e ri-costruire le città, sia nel farle evolvere verso comunità intelligenti, il 18 ottobre 2014 si è concluso a Bologna il SAIE e Smart City Exhibition. Un calendario fatto di sei importanti eventi comuni che hanno avuto come denominatore l’impegno all’incremento del benessere e della qualità della vita dei cittadini che può derivare da un ambiente urbano caratterizzato da una buona qualità del costruito, da una riqualificazione intelligente degli spazi, da una pianificazione rispettosa dell’ambiente e delle esigenze di vita degli abitanti, dall’uso pervasivo di tecnologie in grado di attivare la partecipazione, l’innovazione sociale, la sostenibilità e la facile fruibilità dei servizi e degli spazi. Si parte il 16 ottobre mattina con il convegno inaugurale dedicato, sotto lo slogan di “Better Building & Smart City” all’edilizia sostenibile e alle smart cities come driver della ripresa economica in Italia dopo le politiche di austerità. Il pomeriggio del 16 si è parlato di “Smart City e Agenda Urbana”. Al centro l’impegno chiesto dall’Unione europea, in vista del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020, a tutti gli Stati membri di dotarsi di “un’ambiziosa agenda urbana”, con almeno il 5 per cento delle risorse assegnate a livello nazionale.

Il 17 ottobre, nella mattinata, al centro del convegno “Smart City nell’Agenda digitale” è stato analizzato il tema di come le tecnologie possono accompagnare le nostre città ad essere comunità intelligenti ed inclusive riprendendo pilastri dall’Agenda Digitale Europea, i cui obiettivi al 2020 devono essere raggiunti dagli Stati membri con il contributo attivo delle città smart.

Nel pomeriggio del 17 ci si è concentrato sull’impegno delle istituzioni, del mondo scientifico e delle imprese per la ricostruzione dell’Emilia dopo il tragico sisma del maggio 2012. Nell’incontro “Ricostruiamo l’Emilia” si metteranno inoltre in luce anche le tecnologie per riqualificare il patrimonio immobiliare pubblico e per la prevenzione delle catastrofi naturali.

Il 18 mattina nel convegno “Riuso, rigenerazione urbana e sostenibilità energetica delle città”, si è parlato della trasformazione urbana, che è la grande sfida del nostro secolo, e che deve necessariamente assumere un approccio complessivo nell’affrontare i diversi temi. Il criterio guida è la sostenibilità, alla base della strategia europea 2020 per il clima e l’ambiente e che è ha ispirato anche il lancio dell’iniziativa europea per le Smart City.

 L’ultimo appuntamento di questo ciclo di incontri ci ha riportato alla politica e in particolare alle condizioni abilitanti perché sia veramente possibile “costruire il futuro” partendo dalle città. Nel convegno “Impegni per le città del futuro” si è parlato quindi del percorso verso uno Stato semplice affrontando lo spinoso tema del riordino della governance locale, in un momento molto delicato in cui il disegno di legge governativo di riordino, con il suo bagaglio di novità per province, unioni di comuni e città metropolitane, è all’inizio del suo iter parlamentare.

L’opinione pubblica è convinta che in un momento di grande difficoltà del Paese come quello che stiamo vivendo, pensare alle città del futuro e a ciò che significa farle evolvere verso comunità intelligenti sia fortemente strategico. In questo paradigma, che poggia sui pilastri della partecipazione, dell’innovazione sociale e tecnologica, della sostenibilità, sono contenuti il senso di una rinascita necessaria e la forza della storia che caratterizzano l’Italia. Proprio per questo motivo la via italiana alle “città del futuro” non può che essere originale e peculiare per ogni diversa realtà territoriale.

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